Oggi ho appreso con immensa tristezza la notizia della scomparsa di Riccarda Serri.
Purtroppo non la conoscevo personalmente (da tempo avrei voluto conoscerla!) ma la seguivo spessissimo sul blog di IoDonna e sulla sua pagina facebook, e ancor prima, molti anni fa, leggevo con interesse i suoi primi interventi nei forum e nei blog di cosmesi eco (scriveva col semplice soprannome di "Ricky").
Autrice di libri e testi specialistici e divulgativi; Professore a contratto all'Università di Roma Tor Vergata; membro delle più importanti associazioni dermatologiche italiane e internazionali; Presidentessa di Skineco, associazione per la cosmesi ecodermocompatibile.
Per me, una donna illuminata.
Una delle poche dermatologhe a sostenere l'enorme importanza dei cosmetici e dei loro ingredienti nella cura quotidiana della pelle e nella prevenzione delle patologie (prima conoscevo solo dermatologi con quel non so che di "puzza sotto il naso" che tendevamo a sminuire l'importanza dei cosmetici, sottovalutandone a mio avviso il ruolo).
Una delle prime a consigliare la scelta di cosmetici "eco", a base di ingredienti vegetali ed ecologici e soprattutto buoni per la pelle.
E soprattutto, una delle poche, tra i sostenitori del bio eco, a non cadere nella trappola del "terrorismo anti-chimico" (anche perché, essendo appunto una professionista, sapeva che la cosmesi eco-bio ammette ingredienti di sintesi, con le dovute regole, certo. Perché TUTTO è chimica, ed è molto più amica di quello che si pensa: senza la chimica, ad esempio, non esisterebbero gli ingredienti cosmetici natural-derivati, e spesso neppure quelli naturali).
Scegliere con cognizione di causa cosa spalmarci addosso richiede tempo, studio, approfondimento.
Consigliare, poi, richiede ancora più attenzione, distinzioni, precisazioni e tanta umiltà (perché la cosmetologia e la dermatologia non sono scienze esatte).
In una parola: serietà.
E la serietà che Riccarda Serri ci donava era sempre e comunque accompagnata da delicatezza, dolcezza e un pizzico di ironica leggerezza, che illuminavano tutti i suoi scritti e i suoi preziosi consigli.
Tutte doti che, alle molte - troppe - voci che cianciano sui cosmetici tutto il dì, quasi mai appartengono.
Condivido un suo pensiero (e non solo nel senso di "riportarlo"), direttamente dalla sua pagina facebook:
"La grande confusione tra ecodermocompatibilità e talebanesimo (o ortoressia) ecologici. Ecco, per favore, sono una dermatologa e preferisco i cosmetici validi, efficaci, gradevoli, ottimamente graditi dalla nostra pelle, e il più possibile (il più possibile, sottolineo, nell'ambito di prodotti scientificamente sensati e utili e sicuri), il più possibile fomulati con molecole da chimica verde, quando esistono molecole da chimica verde che possono sostituire quelle più "vecchie" meno sostenibili e da petrolchimica inquinante. Ma sono una dermatologa che vuole ottenere una pelle più bella e più sana. Non ricerco il "bio" a tutti i costi. Ricerco il meglio possibile per quella determinata situazione, per il risultato che voglio ottenere. Uso farmaci quando servono. Uno quello che serve scegliendo, col mio filtro scientifico e esperienziale, quello che reputo meglio. Con i talebani dell'"ecobio" non c'entro nulla."
E da dermatologa, e quindi esperta di filling, a chi le chiedeva sul blog di IoDonna se "fosse necessario fare le punturine a cinquant'anni, solo perchè tutte le amiche le fanno, a meno di non sembrare la più vecchia del gruppo", lei rispondeva: "le punturine vanno fatte solo se ne hai voglia, se ti va, se non ti mette l’angoscia anche solo l’idea che un micro micro-aghetto entri negli strati superficiali della tua pelle, se trovi un medico di cui ti fidi e a cui ti affidi, se hai voglia di fare trattamenti che ti faranno stare meglio, se te la senti di vederti più carina, e di conseguenza, sentirti più carina, comportarti da carina, in pratica, di volerti più bene. Ci sono mille modi di volersi bene: e questo è solo uno di quelli. Che cosa voglio dire? Che le punturine e i trattamenti di ringiovanimento non chiururgico non vanno – secondo me – mai affrontati con la disperazione e la paura dell’invecchiamento, ma con la gioia dell’amore per se stesse".
Oppure, a un'altra cinquantenne: "Provi a immaginare Audrey Hepburn, o Grace Kelly, con le labbra canotto-style: perderebbero tutto il loro fascino. Prevarrebbe un effetto grottesco che, finalmente, tutti sembrano aver capito, visto che le labbrone non sono più di moda. Correggere le labbra con un po’ di acido ialuronico significa solo ringiovanirle in modo naturale. Ma curarle significa soprattutto mantenerle in buono stato, specie quando il freddo le aggredisce. Per questo, bisogna applicare, mattina e sera, dei labiali nutrienti..."
Vi invito a leggere anche i suoi post sulla sua pagina facebook e i suoi articoli su IoDonna, se non l'avete ancora fatto, perché questa donna era un vera professionista della pelle e allo stesso tempo aveva (è tristissimo dover usare il passato) la sensibilità e la "vicinanza" dell'amica più preziosa.
E forse aveva anche capito cos'è davvero la bellezza.
Mi mancheranno molto le sue parole e i suoi pensieri.
Riposa in pace, Ricky.
Purtroppo non la conoscevo personalmente (da tempo avrei voluto conoscerla!) ma la seguivo spessissimo sul blog di IoDonna e sulla sua pagina facebook, e ancor prima, molti anni fa, leggevo con interesse i suoi primi interventi nei forum e nei blog di cosmesi eco (scriveva col semplice soprannome di "Ricky").
Autrice di libri e testi specialistici e divulgativi; Professore a contratto all'Università di Roma Tor Vergata; membro delle più importanti associazioni dermatologiche italiane e internazionali; Presidentessa di Skineco, associazione per la cosmesi ecodermocompatibile.
Per me, una donna illuminata.
Una delle poche dermatologhe a sostenere l'enorme importanza dei cosmetici e dei loro ingredienti nella cura quotidiana della pelle e nella prevenzione delle patologie (prima conoscevo solo dermatologi con quel non so che di "puzza sotto il naso" che tendevamo a sminuire l'importanza dei cosmetici, sottovalutandone a mio avviso il ruolo).
Una delle prime a consigliare la scelta di cosmetici "eco", a base di ingredienti vegetali ed ecologici e soprattutto buoni per la pelle.
E soprattutto, una delle poche, tra i sostenitori del bio eco, a non cadere nella trappola del "terrorismo anti-chimico" (anche perché, essendo appunto una professionista, sapeva che la cosmesi eco-bio ammette ingredienti di sintesi, con le dovute regole, certo. Perché TUTTO è chimica, ed è molto più amica di quello che si pensa: senza la chimica, ad esempio, non esisterebbero gli ingredienti cosmetici natural-derivati, e spesso neppure quelli naturali).
Scegliere con cognizione di causa cosa spalmarci addosso richiede tempo, studio, approfondimento.
Consigliare, poi, richiede ancora più attenzione, distinzioni, precisazioni e tanta umiltà (perché la cosmetologia e la dermatologia non sono scienze esatte).
In una parola: serietà.
E la serietà che Riccarda Serri ci donava era sempre e comunque accompagnata da delicatezza, dolcezza e un pizzico di ironica leggerezza, che illuminavano tutti i suoi scritti e i suoi preziosi consigli.
Tutte doti che, alle molte - troppe - voci che cianciano sui cosmetici tutto il dì, quasi mai appartengono.
Condivido un suo pensiero (e non solo nel senso di "riportarlo"), direttamente dalla sua pagina facebook:
"La grande confusione tra ecodermocompatibilità e talebanesimo (o ortoressia) ecologici. Ecco, per favore, sono una dermatologa e preferisco i cosmetici validi, efficaci, gradevoli, ottimamente graditi dalla nostra pelle, e il più possibile (il più possibile, sottolineo, nell'ambito di prodotti scientificamente sensati e utili e sicuri), il più possibile fomulati con molecole da chimica verde, quando esistono molecole da chimica verde che possono sostituire quelle più "vecchie" meno sostenibili e da petrolchimica inquinante. Ma sono una dermatologa che vuole ottenere una pelle più bella e più sana. Non ricerco il "bio" a tutti i costi. Ricerco il meglio possibile per quella determinata situazione, per il risultato che voglio ottenere. Uso farmaci quando servono. Uno quello che serve scegliendo, col mio filtro scientifico e esperienziale, quello che reputo meglio. Con i talebani dell'"ecobio" non c'entro nulla."
E da dermatologa, e quindi esperta di filling, a chi le chiedeva sul blog di IoDonna se "fosse necessario fare le punturine a cinquant'anni, solo perchè tutte le amiche le fanno, a meno di non sembrare la più vecchia del gruppo", lei rispondeva: "le punturine vanno fatte solo se ne hai voglia, se ti va, se non ti mette l’angoscia anche solo l’idea che un micro micro-aghetto entri negli strati superficiali della tua pelle, se trovi un medico di cui ti fidi e a cui ti affidi, se hai voglia di fare trattamenti che ti faranno stare meglio, se te la senti di vederti più carina, e di conseguenza, sentirti più carina, comportarti da carina, in pratica, di volerti più bene. Ci sono mille modi di volersi bene: e questo è solo uno di quelli. Che cosa voglio dire? Che le punturine e i trattamenti di ringiovanimento non chiururgico non vanno – secondo me – mai affrontati con la disperazione e la paura dell’invecchiamento, ma con la gioia dell’amore per se stesse".
Oppure, a un'altra cinquantenne: "Provi a immaginare Audrey Hepburn, o Grace Kelly, con le labbra canotto-style: perderebbero tutto il loro fascino. Prevarrebbe un effetto grottesco che, finalmente, tutti sembrano aver capito, visto che le labbrone non sono più di moda. Correggere le labbra con un po’ di acido ialuronico significa solo ringiovanirle in modo naturale. Ma curarle significa soprattutto mantenerle in buono stato, specie quando il freddo le aggredisce. Per questo, bisogna applicare, mattina e sera, dei labiali nutrienti..."
Vi invito a leggere anche i suoi post sulla sua pagina facebook e i suoi articoli su IoDonna, se non l'avete ancora fatto, perché questa donna era un vera professionista della pelle e allo stesso tempo aveva (è tristissimo dover usare il passato) la sensibilità e la "vicinanza" dell'amica più preziosa.
E forse aveva anche capito cos'è davvero la bellezza.
Mi mancheranno molto le sue parole e i suoi pensieri.
Riposa in pace, Ricky.