Sembra proprio che #SkinPositivity sia il tema giusto per dare inizio a un gioioso 2021 nel segno della bellezza sostenibile!
Sempre più donne (famose e non) decidono consapevolmente di mostrarsi senza trucco e senza filtri su instagram per affermare, con orgoglio, la propria piena accettazione di sé.
Accettazione che spesso è frutto di un percorso lungo, complesso, pieno di ostacoli.
Uno degli ostacoli maggiori all’accettarsi è...
(per continuare a leggere clicca su "Read More" qui sotto)
Sempre più donne (famose e non) decidono consapevolmente di mostrarsi senza trucco e senza filtri su instagram per affermare, con orgoglio, la propria piena accettazione di sé.
Accettazione che spesso è frutto di un percorso lungo, complesso, pieno di ostacoli.
Uno degli ostacoli maggiori all’accettarsi è...
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...è costituito dalle aspettative altrui! Aspettative che talvolta ci vengono comunicate in modo terribilmente palese (“Per essere una brava bambina non devi alzare la voce”, “Se vuoi essere considerata una brava ragazza non devi andare in giro fino a tardi e non devi cambiare fidanzato tanto spesso!”), tante altre volte sono aspettative sottintese, taciute, a volte subdole, che vogliono farci assomigliare il più possibile a modelli irraggiungibili (che, il più delle volte, sono artificiali) o comunque decisi da qualcun altro (la società, la moda, le abitudini, le tradizioni, ecc...)
Se sei un’adolescente, ad esempio, non è facile accettare serenamente la tua acne mentre senti i tuoi amici chiamarti “grattugia”, “pustola” o “faccia di pizza”! Il trauma può essere forte, in un’età in cui la nostra psiche si sta formando, in cui nascono dubbi e insicurezze legate all’accettazione da parte del “gruppo” sociale, in cui siamo ancora alle prese con la conoscenza del nostro corpo che si sta ancora trasformando. Un periodo della vita in cui è necessario essere supportati nell’affrontare certe dinamiche (gli amici sanno essere tremendi, a quell’età!) che poi occorre comunque rielaborare da soli. Non è facile, per niente.
Se sei un’adolescente, ad esempio, non è facile accettare serenamente la tua acne mentre senti i tuoi amici chiamarti “grattugia”, “pustola” o “faccia di pizza”! Il trauma può essere forte, in un’età in cui la nostra psiche si sta formando, in cui nascono dubbi e insicurezze legate all’accettazione da parte del “gruppo” sociale, in cui siamo ancora alle prese con la conoscenza del nostro corpo che si sta ancora trasformando. Un periodo della vita in cui è necessario essere supportati nell’affrontare certe dinamiche (gli amici sanno essere tremendi, a quell’età!) che poi occorre comunque rielaborare da soli. Non è facile, per niente.
La mia esperienza
A me tutto questo è successo: avevo l’acne sul viso, di cui mi vergognavo molto e che mi faceva sentire inferiore ad altre mie amiche dalla pelle bellissima. Questo mi portava a chiudermi, a nascondermi, a non voler essere "vista" da vicino per evitare di essere ridicolizzata o giudicata (anche implicitamente) o associata a qualcosa di "brutto da vedere".
E non è finita: oltre ad avere i brufoli, belli rossi e grandi, portavo anche un busto ortopedico d’acciaio per la scoliosi, che mi limitava un po' i movimenti. Risultato: a 14 anni era tutto un fiorire di “grattugia” e “robocop”! Per non parlare della mia balbuzie, che esplodeva proprio nei momenti meno opportuni: cioè quando avevo un’interrogazione proprio davanti a tutta la classe!!! Per fortuna sia l'acne, sia la balbuzie, sia la scoliosi si sono risolte dopo alcuni anni.
Ci vuole tempo, e pazienza, e molto allenamento per imparare ad amarsi, per accettare le proprie imperfezioni, per convivere con le proprie insicurezze e i propri “difetti” e andando avanti comunque.
Eppure, nel tempo mi sono convinta che siano proprio alcuni “difetti” ad aprire certe porte, e addirittura a creare delle nuove opportunità. La mia acne, ad esempio, mi ha creato una grossa opportunità che ha dato l’avvio alla mia professione di Cosmetologa! Ve ne parlo tra pochissimo.
Lasciatemi tornare un momento all’accettazione: oggi, superati i 40 anni, sorrido di quelle prese in giro adolescenziali dei miei amici, cioè sono talmente cambiata che le rivedo a distanza come se guardassi un film che parla di un’altra persona... Eppure ero io. Eppure ho faticato tanto per "volermi bene", anche se forse non sono ancora del tutto libera dalla tendenza ad auto-giudicarmi.
Lo specchio, ad esempio, mi mostra i primi segni dell’età e non è facile farci i conti, ma ci sto lavorando. Come? Esatto: com’è possibile accettare i propri “difetti” (o meglio, quelli che percepiamo come tali)?
Come accettare le nostre imperfezioni?
La mia ricetta è questa: da una parte ho imparato (anzi, sto ancora imparando) a non giudicare i risultati, ma ad apprezzare il "percorso nella direzione giusta", lodando le piccole azioni che faccio per me stessa: mi gusto piccoli momenti di felicità ogni volta che mi prendo cura di me, che mi spalmo una crema antiage sul viso, che mi faccio un massaggio anticellulite o una maschera purificante, che prenoto una visita dal dermatologo... Quel momento di cura non è un dovere, è un momento di auto-gratificazione e un segnale che mando a me stessa che "sto bene nella mia pelle".
A me tutto questo è successo: avevo l’acne sul viso, di cui mi vergognavo molto e che mi faceva sentire inferiore ad altre mie amiche dalla pelle bellissima. Questo mi portava a chiudermi, a nascondermi, a non voler essere "vista" da vicino per evitare di essere ridicolizzata o giudicata (anche implicitamente) o associata a qualcosa di "brutto da vedere".
E non è finita: oltre ad avere i brufoli, belli rossi e grandi, portavo anche un busto ortopedico d’acciaio per la scoliosi, che mi limitava un po' i movimenti. Risultato: a 14 anni era tutto un fiorire di “grattugia” e “robocop”! Per non parlare della mia balbuzie, che esplodeva proprio nei momenti meno opportuni: cioè quando avevo un’interrogazione proprio davanti a tutta la classe!!! Per fortuna sia l'acne, sia la balbuzie, sia la scoliosi si sono risolte dopo alcuni anni.
Ci vuole tempo, e pazienza, e molto allenamento per imparare ad amarsi, per accettare le proprie imperfezioni, per convivere con le proprie insicurezze e i propri “difetti” e andando avanti comunque.
Eppure, nel tempo mi sono convinta che siano proprio alcuni “difetti” ad aprire certe porte, e addirittura a creare delle nuove opportunità. La mia acne, ad esempio, mi ha creato una grossa opportunità che ha dato l’avvio alla mia professione di Cosmetologa! Ve ne parlo tra pochissimo.
Lasciatemi tornare un momento all’accettazione: oggi, superati i 40 anni, sorrido di quelle prese in giro adolescenziali dei miei amici, cioè sono talmente cambiata che le rivedo a distanza come se guardassi un film che parla di un’altra persona... Eppure ero io. Eppure ho faticato tanto per "volermi bene", anche se forse non sono ancora del tutto libera dalla tendenza ad auto-giudicarmi.
Lo specchio, ad esempio, mi mostra i primi segni dell’età e non è facile farci i conti, ma ci sto lavorando. Come? Esatto: com’è possibile accettare i propri “difetti” (o meglio, quelli che percepiamo come tali)?
Come accettare le nostre imperfezioni?
La mia ricetta è questa: da una parte ho imparato (anzi, sto ancora imparando) a non giudicare i risultati, ma ad apprezzare il "percorso nella direzione giusta", lodando le piccole azioni che faccio per me stessa: mi gusto piccoli momenti di felicità ogni volta che mi prendo cura di me, che mi spalmo una crema antiage sul viso, che mi faccio un massaggio anticellulite o una maschera purificante, che prenoto una visita dal dermatologo... Quel momento di cura non è un dovere, è un momento di auto-gratificazione e un segnale che mando a me stessa che "sto bene nella mia pelle".
Dall’altra, cerco di guardare il mio corpo e il mio viso con benevolenza, come si farebbe nei confronti di un bambino. Cioè non giudicandolo, notandone anzi le caratteristiche che lo rendono speciale, cercando di vedere non “difetti” bensì “tratti interessanti”, e cercando di portare fuori ciò che c’è dentro quel corpo: l’intelligenza, il carattere, l’anima.
Avere un atteggiamento attivo e positivo verso noi stessi non significa “trova il difetto e correggilo”! Significa iniziare a considerare il nostro corpo come una bellissima casa (che ospita la nostra anima), una casa unica nel suo genere.
E questo atteggiamento positivo, una volta acquisito, praticato, assimilato, dovremmo... divulgarlo, trasmetterlo, renderlo virale con tutte le persone con cui ci capita di parlare, che siano amici, colleghi di lavoro o sconosciuti.
Io cerco di farlo sempre con le clienti che si rivolgono a me per scegliere i prodotti adatti al loro tipo di pelle e impostare la loro beauty routine: prima ancora di occuparmi di cosmesi, mi assicuro che abbiano compreso quanto sia importante avere un atteggiamento amorevole e non giudicante verso noi stesse.
Atteggiamento che le operatrici del settore della bellezza non sempre hanno, purtroppo. Spesso vengono istruite dalle aziende con metodi all’americana in cui gli inestetismi sono da considerarsi “gravi problemi” (da far notare) che porteranno la cliente alla “rovina” della sua pelle se lei non fa qualcosa per evitarlo, e in cui i prodotti e i trattamenti sono “la soluzione” da presentare, il sacro graal che porta alla salvezza (salvezza che poi non c’è, perché ogni volta arrivano nuovi problemi, e nuovi trattamenti da proporre).
Avere un atteggiamento attivo e positivo verso noi stessi non significa “trova il difetto e correggilo”! Significa iniziare a considerare il nostro corpo come una bellissima casa (che ospita la nostra anima), una casa unica nel suo genere.
E questo atteggiamento positivo, una volta acquisito, praticato, assimilato, dovremmo... divulgarlo, trasmetterlo, renderlo virale con tutte le persone con cui ci capita di parlare, che siano amici, colleghi di lavoro o sconosciuti.
Io cerco di farlo sempre con le clienti che si rivolgono a me per scegliere i prodotti adatti al loro tipo di pelle e impostare la loro beauty routine: prima ancora di occuparmi di cosmesi, mi assicuro che abbiano compreso quanto sia importante avere un atteggiamento amorevole e non giudicante verso noi stesse.
Atteggiamento che le operatrici del settore della bellezza non sempre hanno, purtroppo. Spesso vengono istruite dalle aziende con metodi all’americana in cui gli inestetismi sono da considerarsi “gravi problemi” (da far notare) che porteranno la cliente alla “rovina” della sua pelle se lei non fa qualcosa per evitarlo, e in cui i prodotti e i trattamenti sono “la soluzione” da presentare, il sacro graal che porta alla salvezza (salvezza che poi non c’è, perché ogni volta arrivano nuovi problemi, e nuovi trattamenti da proporre).
Mi si è stretto il cuore quando la brava filosofa Maura Gancitano ha raccontato la sua esperienza come cliente in un famoso centro estetico milanese, nel quale le operatrici e la titolare l’hanno quasi obbligata a fare certi trattamenti e l’hanno giudicata apertamente per suoi “gravi problemi” (i pori dilatati!) e trattata male perché era “svogliata” e soprattutto perché si rifiutava di fare i trattamenti suggeriti che invece avrebbero “risolto il problema”. Nella pagina IG dei filosofi di Tlon troverete molte storie che hanno condiviso sul "Mito della Bellezza".
Il movimento della Skin Positivity
Per fortuna nel mondo qualcosa sta cambiando. Sempre più modelle, attrici e influencer e anche tantissime persone non famose da qualche tempo iniziano a mostrare apertamente le imperfezioni del loro viso, senza trucco, senza filtri bellezza, anzi con orgoglio!
Qualche giorno fa, ad esempio, ho apprezzato il recente post della brava attrice @Matilda De Angelis che mostra i segni visibili della sua acne sul viso e parla di come, ogni giorno, prova a gestire il rapporto con la sua malattia cutanea:
Il movimento della Skin Positivity
Per fortuna nel mondo qualcosa sta cambiando. Sempre più modelle, attrici e influencer e anche tantissime persone non famose da qualche tempo iniziano a mostrare apertamente le imperfezioni del loro viso, senza trucco, senza filtri bellezza, anzi con orgoglio!
Qualche giorno fa, ad esempio, ho apprezzato il recente post della brava attrice @Matilda De Angelis che mostra i segni visibili della sua acne sul viso e parla di come, ogni giorno, prova a gestire il rapporto con la sua malattia cutanea:
“Accadono cose paradossali nella vita no? Bene, per me essere un’attrice e lavorare con il volto mangiato dall’acne è una di queste. Ogni giorno devo svegliarmi e presentarmi prima davanti allo specchio e poi davanti alla macchina da presa con tutto il carico emotivo che già comporta ed essere “splendida”, in parte e concentrata insieme a tutte le mie paure e insicurezze letteralmente a fior di pelle. Ci sono problemi ben più grandi nella vita, ne sono consapevole, ma volevo condividere questa piccola verità forse per sentirmi più forte, forse per accettarmi meglio. Le nostre paure ci possono paralizzare o possono diventare una grande forza, sta a noi scegliere la strada. E praticare tanta gratitudine per tutte le cose belle che ci accadono e magari, anche per quelle brutte.”
Un post simile è stato pubblicato prima anche da @Aurora Ramazzotti.
E ho letteralmente adorato l’ iniziativa di Kasia Smutniak che, qualche mese fa, ha parlato della sua vitiligine e ha addirittura creato “beautyligo”, un filtro per instagram che simula gli effetti della vitiligine sul viso: uno splendido omaggio alla bellezza della diversità.
E ho letteralmente adorato l’ iniziativa di Kasia Smutniak che, qualche mese fa, ha parlato della sua vitiligine e ha addirittura creato “beautyligo”, un filtro per instagram che simula gli effetti della vitiligine sul viso: uno splendido omaggio alla bellezza della diversità.
Siamo esseri umani, tutti uguali e tutti diversi. Le nostre caratteristiche sono uniche, e forse è più bello (e utile) provare ad amarle, invece che detestarle e combatterle.
Certo, alcuni segni talvolta possono essere la spia di patologie: in tal caso è bene farli controllare da uno specialista. Ma, il più delle volte, ciò che consideriamo difetti (col nostro sguardo iper-giudicante) sono in realtà semplici “caratteristiche” (e spesso neppure gli altri le notano!).
Impariamo a guardarle con un occhio benevolo, a vederle come parti “speciali” di noi. Lo so, non è facile accettare un’acne (specialmente se hai 15 anni), ma la crescita come individui passa innanzitutto dall’accettazione di ciò che non possiamo cambiare.
E poi... c’è di più. E se i difetti fossero... doni?
L'acne, la balbuzie e i doni che mi hanno portato
L’acne che ho avuto a 15 anni, ad esempio, mi ha stimolata in quel periodo a cercare i cosmetici adatti per non farla peggiorare (visto che neppure la cura del dermatologo aveva funzionato): passavo ore nelle profumerie, in farmacia e nei reparti cosmetici dei centri commerciali a leggere gli ingredienti e le etichette! Certo, la mia acne giovanile è andata via da sola, qualche anno dopo, ma nel frattempo mi stavo appassionando alla cosmesi, avevo capito che questo mondo mi piaceva moltissimo e che magari un giorno poteva diventare la mia professione. E infatti così è stato. Sembra incredibile ma... la mia passione per la bellezza e i cosmetici è stata stimolata proprio dalla mia terribile acne!
Allo stesso modo, per evitare improvvisi attacchi di balbuzie, quando andavo agli esami all'università dovevo essere super-preparata, altrimenti l'ansia di non sapere le cose mi avrebbe fatto balbettare molto di più. E quindi, lavorando tanto in anticipo sulla mia esposizione orale, alla fine ho acquisito una tale padronanza che ... oggi, a distanza di anni, vengo chiamata sui palchi per la presentazione di prodotti, ho lavorato in TV parlando di beauty in diretta (!) e tengo dirette su facebook e su zoom con le aziende per parlare di Cosmetologia! Anzi, addirittura ricevo complimenti per la mia chiarezza espositiva e la mia disinvoltura davanti alla telecamera! Se a 20 anni avessi saputo cosa sarebbe successo a 40...
Alla fin fine, è stata proprio la voglia di superare quel difetto che mi ha portata ad allenarmi nel parlare, e quindi a migliorare le mie doti di public speaking, e oggi questa è una capacità acquisita che si è rivelata molto importante per il mio lavoro.
Certo, alcuni segni talvolta possono essere la spia di patologie: in tal caso è bene farli controllare da uno specialista. Ma, il più delle volte, ciò che consideriamo difetti (col nostro sguardo iper-giudicante) sono in realtà semplici “caratteristiche” (e spesso neppure gli altri le notano!).
Impariamo a guardarle con un occhio benevolo, a vederle come parti “speciali” di noi. Lo so, non è facile accettare un’acne (specialmente se hai 15 anni), ma la crescita come individui passa innanzitutto dall’accettazione di ciò che non possiamo cambiare.
E poi... c’è di più. E se i difetti fossero... doni?
L'acne, la balbuzie e i doni che mi hanno portato
L’acne che ho avuto a 15 anni, ad esempio, mi ha stimolata in quel periodo a cercare i cosmetici adatti per non farla peggiorare (visto che neppure la cura del dermatologo aveva funzionato): passavo ore nelle profumerie, in farmacia e nei reparti cosmetici dei centri commerciali a leggere gli ingredienti e le etichette! Certo, la mia acne giovanile è andata via da sola, qualche anno dopo, ma nel frattempo mi stavo appassionando alla cosmesi, avevo capito che questo mondo mi piaceva moltissimo e che magari un giorno poteva diventare la mia professione. E infatti così è stato. Sembra incredibile ma... la mia passione per la bellezza e i cosmetici è stata stimolata proprio dalla mia terribile acne!
Allo stesso modo, per evitare improvvisi attacchi di balbuzie, quando andavo agli esami all'università dovevo essere super-preparata, altrimenti l'ansia di non sapere le cose mi avrebbe fatto balbettare molto di più. E quindi, lavorando tanto in anticipo sulla mia esposizione orale, alla fine ho acquisito una tale padronanza che ... oggi, a distanza di anni, vengo chiamata sui palchi per la presentazione di prodotti, ho lavorato in TV parlando di beauty in diretta (!) e tengo dirette su facebook e su zoom con le aziende per parlare di Cosmetologia! Anzi, addirittura ricevo complimenti per la mia chiarezza espositiva e la mia disinvoltura davanti alla telecamera! Se a 20 anni avessi saputo cosa sarebbe successo a 40...
Alla fin fine, è stata proprio la voglia di superare quel difetto che mi ha portata ad allenarmi nel parlare, e quindi a migliorare le mie doti di public speaking, e oggi questa è una capacità acquisita che si è rivelata molto importante per il mio lavoro.
Ecco perché non solo vi invito amorevolmente a far pace con tutte le vostre caratteristiche (anche quelle che vi piacciono meno). Vi invito anche a porre a voi stessi una domanda:
“in che modo posso trasformare i miei difetti in punti di forza?”
Anziché lamentarci di quanto Madre Natura si sia dimenticata di darci un sorriso smagliante, gambe lunghe, pelle perfetta, ecc. ecc... Prendiamoci cura di noi, lavoriamo sodo per aggiustare ciò che possiamo aggiustare, gustiamoci la skincare quotidiana come un momento di cura e di piacere, e iniziamo a guardare i nostri segni con occhi nuovi, magari trasformandoli persino in risorse a nostra disposizione.
Maaaaa.... nel frattempo, tiriamo fuori le unghie!
Impariamo a difenderci dalle aspettative altrui e dai commenti inopportuni. Non occorre mettersi a litigare, di solito basta un bellissimo sorriso di compatimento e una rispostina a tono, del tipo:
“Sì, io ho l'acne (o la vitiligine / le rughe / la cellulite / i denti storti / un neo molto grande, ecc. ecc.). Per me non è un problema. E per te???”
“in che modo posso trasformare i miei difetti in punti di forza?”
Anziché lamentarci di quanto Madre Natura si sia dimenticata di darci un sorriso smagliante, gambe lunghe, pelle perfetta, ecc. ecc... Prendiamoci cura di noi, lavoriamo sodo per aggiustare ciò che possiamo aggiustare, gustiamoci la skincare quotidiana come un momento di cura e di piacere, e iniziamo a guardare i nostri segni con occhi nuovi, magari trasformandoli persino in risorse a nostra disposizione.
Maaaaa.... nel frattempo, tiriamo fuori le unghie!
Impariamo a difenderci dalle aspettative altrui e dai commenti inopportuni. Non occorre mettersi a litigare, di solito basta un bellissimo sorriso di compatimento e una rispostina a tono, del tipo:
“Sì, io ho l'acne (o la vitiligine / le rughe / la cellulite / i denti storti / un neo molto grande, ecc. ecc.). Per me non è un problema. E per te???”
Buon 2021 di Bellezza Sostenibile a tutti voi! <3